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I rom romani non vendono: votano

Il giorno in cui ricorre la Giornata Internazionale di Rom e Sinti, riconosciuta dall’Onu nel 1979, non può pienamente definirsi un “Bahtalo romano dives”, ovvero “buona giornata del popolo rom”. A Roma, polemiche gratuite e sproporzionate gettano dispiacere sulla partecipazione alle primarie tenutesi nella capitale per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni del 24 e 25 maggio in occasione delle quali alcuni “rom romani” hanno deciso di esprimere in pieno il proprio diritto di cittadinanza europea parteicpando al voto. Come European Alternatives, da sempre vicini ai diritti umani di rom, sinti e popolazioni viaggianti in Europa e sostenitori della piena espressione di cittadinanza consapevole da ogni individuo, ci uniamo alle dichiarazioni espresse da ARCI Soliderietà, nostra organizzazione partner in Italia che si contraddistingue per un impegno diretto a tutela di queste minoranze non soltanto nella giornata in cui ricorre a livello internazionale, ma tutto l'anno con un lavoro intenso e quotidiano sul territorio.

Roma, 8 aprile 2013

Oggi è la Giornata Internazionale dei rom e sinti. L’8 aprile del 1971, a Londra, venne fondata l’International Romanì Union, l’atto ufficiale di partecipazione alla vita pubblica delle comunità rom. Anziché celebrare, ci troviamo costretti a denunciare l’ennesimo sproloquio razzista erogato con la solita scusa del legalitarismo. Quello che rattrista e allo stesso tempo preoccupa è che tale attacco sia arrivato da una dirigente del PD, il più grosso partito del centrosinistra italiano, che ha accusato di clientelismo i rom che hanno partecipato alle primarie per la scelta del prossimo candidato sindaco di Roma, e su queste parole aleggia lo spettro del voto di scambio. Cristiana Alicata ha commesso un gravissimo errore e per questo dovrebbe chiedere scusa. Prima di tutto alla comunità rom in quanto portatrice, come tutti i cittadini italiani e stranieri, di diritti di cittadinanza che sarebbe opportuno promuovere e valorizzare, anziché mortificare attraverso pregiudizi e accuse infondate. Le parole di ieri deprimono il lavoro svolto da quanti si sono battuti negli anni per l’affermazione del diritto alla partecipazione di tutti, a cominciare da un popolo che è stato vittima di cinque anni di giunta Alemanno e che, attraverso un gesto di cittadinanza attiva, ieri ha dato il proprio contributo per avviare un processo di cambiamento.

A proposito dell’informazione: tutto questo fa notizia perché ha scatenato una polemica, perché è un’affermazione giornalisticamente “forte”, e perché restituisce quella rassicurante immagine del rom furfantello, intrinsecamente scorretto, avido, che evoca vecchi scomodi fantasmi. Ancora non capiamo come facciano le principali testate dell’informazione nazionale a contribuire a questo tam tam dell’intolleranza con tale sistematicità, tacendo invece sui tanti, gravi atti di discriminazione di cui i rom sono stati vittima negli ultimi anni a Roma.

Affermare, poi, “Le solite file di rom”, oltre a essere un’affermazione genuinamente razzista, sbrigativa come solo le affermazioni razziste sanno essere, tradisce anche un desolante capovolgimento etico. Alla Alicata sembra non piacere questa immagine. A noi invece piace vedere le persone in fila per votare, esprimere un punto di vista, cercare di incidere sulla vita politica di una città. A noi piace moltissimo, è una conquista di civiltà.

Arci Solidarietà Onlus