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Home / Resources / News / Una relazione sui diritti e la tutela delle persone LGBT in Europa

Una relazione sui diritti e la tutela delle persone LGBT in Europa

 

articolo di Alessandro Valera                                                                    (copyright: ILGA Europe)
traduzione di Mauro Longo

ILGA Europa ha pubblicato una relazione sulle condizioni di gay, lesbiche, bisessuali e transgender in Europa (disponibile qui). Dalla comparazione dei dati, la ricerca ha elaborato un indice in cui ad ogni paese europeo è stato assegnato un punteggio per il trattamento legale di quei cittadini che hanno un orientamento sessuale o un’identità di genere ‘non conformi’. Tale indice è stato calcolato sulla base di 24 parametri giuridici e amministrativi. Il punteggio viene assegnato in base al livello di sviluppo delle politiche nelle seguenti aree tematiche:

  • Leggi antidiscriminatorie in riferimento all’orientamento sessuale o all’identità di genere
  • Riconoscimento legale di genere per le persone transessuali
  • Riconoscimento del legame tra coppie dello stesso sesso
  • Diritti parentali per le coppie dello stesso sesso
  • Previsione di reato per crimini connessi all’orientamento sessuale e all’identità di genere
  • Libertà di associazione e di organizzazione di eventi pubblici

Punti vengono detratti a quei paesi che vengono colti in violazione dei diritti delle persone LGBT nelle seguenti aree:

  • Divieto di svolgere manifestazioni pubbliche
  • Stabilimento di una differente età legale per rapporti omosessuali consenzienti
  • Assenza di procedure legali/amministrative per il riconoscimento legale del genere
  • Obbligo di divorzio o sterilizzazione come prerequisito per il riconoscimento del cambiamento di genere
  • Assenza di qualunque forma di riconoscimento per coppie dello stesso sesso

I risultati mostrano come nessun paese in Europa possa garantire piena eguaglianza ai suoi cittadini LGBT, per quanto alcuni paesi si comportino decisamente meglio di altri. Il Regno Unito (12,5 punti), la Spagna e la Svezia (12) mostrano le migliori performance. Tutti i paesi dell’Europa Occidentale segnano un punteggio positivo, con l’eccezione dell’Italia, delle sue enclavi San Marino e Città del Vaticano, del Liechtestein e del Principato di Monaco, che ricevono un punteggio pari a zero o negativo. Nota di merito per Germania e Portogallo, che migliorano il risultato dello scorso anno; indici puntati invece su Lituania ed Ungheria, dove le condizioni per le persone LGBT è peggiorata, a causa di governi e parlamenti che in entrambi i paesi cercano di limitare i diritti delle persone LGBT e il dibattito sull’omosessualità nelle scuole.

Cipro, Italia, Lettonia, Turchia ed Ucraina sono invitate a fare meglio, dato che nessun miglioramento è stato registrato negli ultimi anni. La condizione giuridica delle persone LGBT è particolarmente preoccupante in quei paesi che ricevono un punteggio negativo, tra i quali Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldova,Georgia, Cipro, Macedonia, Armenia, Azerbaijan, San Marino, Città del Vaticano, Principato di Monaco e Liechtestein. Tra questi, l’unico stato membro dell’Unione Europea è Cipro.

La relazione evidenzia quanto lavoro debba ancora essere fatto in Europa per garantire un eguale trattamento per le persone LGBT, che al momento non possono godere di piena uguaglianza in nessun paese europeo. European Alternatives prosegue nel suo coinvolgimento per connettere le persone LGBT e gli altri attivisti per i diritti umani di tutta Europa al fine di creare una rete civile europea in grado di influenzare le istituzioni comunitarie e i governi nazionali. Il progetto People, Power, Participation (https://euroalter.com/ppp/) sarà dedicato nei prossimi mesi in particolare al tema dei diritti delle persone LGBT. Una delle principali campagne condotte da European Alternatives sostiene il riconoscimento di tutte le forme di  matrimonio e unione civile in Europa. Al momento, non tutti i paesi membri dell’Unione Europea riconoscono legalmente i matrimoni tra persone dello stesso sesso, anche se celebrati in un altro stato membro. Crediamo che questa sia una violazione della legislazione comunitaria, come già espresso in alcuni nostri articoli precedenti, a cui si può accedere tramite i link sulla destra.

Mentre assistiamo ad una crescente disillusione verso le istituzioni europee, cristallizzata nel crescente supporto per partiti nazionalisti, euroscettici e di estrema destra in tutto il continente, l’Unione Europea deve mandare un segnale forte ai suoi cittadini: non solo i deficit di bilancio, ma anche le violazioni dei diritti umani e delle libertà civili devono essere adeguatamente sanzionati.

Per ulteriori informazioni o per esprimere il proprio interesse a collaborare con European Alternatives sui diritti delle persone LGBT, scrivi a a.valera@euroalter.com.