Manifestazione Contro La Ghettizzazione Dei Rom A Cluj-Napoca

Articolo di Daniel Peslari
Traduzione di Mauro Longo

Da qualche parte in Europa, i governanti di una città dell’Est hanno imparato una lezione dal Presidente di un grande Stato dell’Ovest. La lezione è stata impartita nel tardo agosto 2010, e la città dell’Est la sta applicando ora, durante i rigori dell’inverno.

La città di cui stiamo parlando è Cluj-Napoca, in Romania, e il ‘grande’ esempio è, ovviamente, la Francia. La vicenda è la seguente: alcune famiglie Rom residenti in città, con documenti in regola e affitto e bollette pagati con puntualità, sono state forzatamente rimosse dalle loro case e spedite nel noto ghetto di Pata Rât, dove l’aria è irrespirabile per gli effluvi della discarica e dell’industria farmaceutica che si trovano nei dintorni. Inoltre, queste famiglie avevano bambini che andavano a scuola nel loro vecchio quartiere, e adulti che andavano a lavorare in città. A dicembre 2010, nell’arco di due giorni segnati da temperature a -10°, queste persone sono state trasferite dalle loro case a Pata Rât per iniziare una nuova vita tra i topi e la spazzatura, spesso in alloggiamenti estremamente angusti (12 persone in stanze da 16 m2). La vicenda è monitorata da Amnesty International e altre organizzazioni romene e internazionali in difesa dei diritti umani e dei Rom, inclusa European Alternatives, oltre che dal Consigliere Presidenziale per le Minoranze.

Dopo un dibattito pubblico tenutosi all’Università Babe?-Bolyai, al quale i rappresentanti del Comune non hanno partecipato mandando invece una ‘lettera d’intenti’, gli organizzatori hanno deciso di protestare pubblicamente contro gli sfratti forzati. Alcune organizzazioni, comeAmare Phrala, Grupul de Ac?iune Social? Cluj e European Alternatives, erano al fianco dei Rom alla marcia di protesta, scandendo slogan come “dignità, non razzismo”, “scuole, non ghetti”, “siamo tutti uguali”, “vogliamo giustizia”, “no alle discriminazioni”.

Erano presenti anche studenti Rom e cittadini romeni che capiscono che difendere i diritti dei Rom vuol dire anche difendere i propri stessi diritti ad una vita normale, alla giustizia e alla libertà d’espressione. Ma è triste osservare come, nonostante il Sindaco abbia dichiarato di essere intenzionato a discutere la questione, le prospettive di un cambiamento siano minime, in quanto la legge, in Romania, è estremamente permissiva e i legislatori possono fare (quasi) tutto ciò che vogliono, mentre la società civile è pressoché impotente.

Grazie, presidente Sarkozy, e grazie, Sindaco di Cluj-Napoca per essere due così grandi esempi di solidarietà sociale e, va detto, Europea!