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Il Parlamento europeo propone regole più chiare per i tirocini

di Jana Allenberg, traduzione di Adele Palermo

Questo articolo fa parte di un percorso di inchiesta sulla realtà degli stage in Europa.

Il 6 Luglio 2010 il Parlamento Europeo ha pubblicato una risoluzione tesa a “promuovere l’accesso dei giovani al mercato del lavoro, rafforzando il ruolo di praticante, stagista e tirocinante” (2009/2221 (INI). La risoluzione è nata in seguito alla crisi economica e ai suoi effetti negativi sulla disoccupazione giovanile nei paesi membri dell’Unione Europea.

Secondo la risoluzione i giovani sono stati enormemente colpiti da una crescita spropositata del tasso di disoccupazione in Europa. Spesso questi si ritrovano a dover svolgere lavori precari regolati da contratti part-time, temporanei o a tempo determinato e hanno serie difficoltà a reperire un lavoro a tempo indeterminato. Allo stesso tempo i datori di lavoro sembrano preferire praticanti o stagisti ai normali dipendenti, così da poter risparmiare sulla forza lavoro; un circolo vizioso di sfruttamento che rende ancora più difficile l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.

Nella risoluzione il Parlamento europeo chiede che si realizzino forme migliori di praticantato facendo riferimento al VET (Vocational Education and Training) presente in paesi come l’Austria, la Germania e la Danimarca. Questo sistema cerca di promuovere il passaggio dei giovani dal mondo della scuola a quello del lavoro attraverso un’esperienza lavorativa che diventi effettivamente parte integrante del percorso educativo. Il Parlamento europeo chiede quindi agli stati membri di sostenere i programmi di tirocinio per incoraggiare le compagnie ad offrire ai giovani delle opportunità di preparazione al lavoro anche in periodi di crisi, precisando però che i programmi di tirocinio non devono sostituire i regolari contratti di lavoro.

La risoluzione prevede delle forme di tirocinio più sicure e meglio organizzate e chiede ai paesi europei di aderire alla proposta di uno Statuto europeo per la qualità del tirocinio. Lo statuto dispone gli standard minimi per assicurare che i tirocini abbiano un valore educativo e non sostituiscano i contratti di lavoro regolare. Gli standard minimi dello statuto includono una bozza relativa alla descrizione del lavoro o delle qualifiche da acquisire, il tempo limite del tirocinio, una paga minima calcolata in base al costo della vita in ogni paese, assicurazione sul lavoro, indennità sociale calcolata in base agli standard locali nonché una connessione evidente al programma educativo in questione.

Infine, il Parlamento europeo ha chiesto alla commissione di fornire delle statistiche relative ai tirocini per ogni paese membro, incluso il numero e la durata del tirocinio, gli indennizzi sociali e le paghe dei tirocinanti, l’eta’ dei tirocinanti così da poter realizzare uno studio comparativo dei diversi programmi di tirocinio già esistenti nei paesi membri dell’Unione Europea.