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Basta Berlusconi!

 

Foto : Giuliana Di Febo

Articolo di Elena Dalibot
Traduzione di Greta Galeazzi

 

A differenza della solita domenica, sulle colline del Sacro Cuore di Parigi non sono le campane della basilica che hanno suonato il 13 Febbraio ma piuttosto le pentole e altri utensili da cucina sbattuti da un centinaio di manifestanti, donne e uomini. Reclamano le dimissioni del Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, e richiedono la “dignità della donna” nel paese in cui meno della metà delle Italiane hanno un impiego remunerato e solo un bambino su dieci trova posto in un asilo. In molte città d’Europa e del mondo delle manifestazioni sono state organizzate questo weekend, ad esempio a Bruxelles, Madrid, Ginevra, Berlino, Londra e Stoccolma, per sostenere le 230 manifestazioni che avvengono in Italia, a Roma, Milano, Genova e Palermo, radunando centinaia di migliaia di uomini e donne.

Queste manifestazioni spontanee nel mondo fanno seguito al “caso Ruby” che è stato il principale argomento di cronaca degli ultimi mesi, riguardante le prestazioni sessuali di Karima “Ruby” El Mahroug (minorenne all’epoca dei fatti) al “Cavaliere” tra febbraio e marzo 2010. Agli scandali nei quali Berlusconi è implicato si aggiungono i casi di corruzione, di frode fiscale, e soprattutto il modo in cui Berlusconi tratta le donne e l’immagine che ne trasmette ai media: ridotte alla loro apparenza fisica, senza legittimità intellettuale, dipendente da uomini ricchi e potenti per ottenere successo. Gli slogan scanditi globalmente si fanno eco: “Dimissioni, dimissioni, dimissioni”, “Basta Berlusconi!”, “Se non ora quando?”. Molto artisti, intellettuali, sindacalisti, parlamentari erano presenti per manifestare la propria rabbia, tra cui la regista Cristina Comencini, la dirigente del più importante sindacato italiano (CGIL) Susanna Camusso e la redattrice in capo di un importante giornale di sinistra, L’Unità, Concita De Gregorio, a fianco di associazioni che lottano contro la discriminazione delle donne come Corrente Rosa.

A Parigi la manifestazione ha radunato uomini, donne e bambini, Italiani e Francesi: Giuliana, Italiana, ha contribuito a diffondere informazioni ed ha manifestato domenica fino a quando la polizia non ha disperso il raduno. Secondo lei “la dignità delle donne è un diritto, una conquista antica per cui è triste dover ancora combattere. Nel sistema mediatico messo in piedi da Berlusconi, il messaggio trasmesso è che egli è la sola speranza della società e non vi sono alternative. Per lui, le donne non sono nemmeno degne di uno scontro politico basato sul dibattito come hanno mostrato le sue esternazioni contro l’avversaria politica Rosy Bindi (vice-presidente della Camera dei Deputati, giudicata, da Berlusconi, “più bella che intelligente” alla fine del 2009). Molta gente è cieca: Berlusconi possiede i media, utilizza la retorica. Ma questo manifestazione mostra che una coscienza sociale si è sollevata contro di lui. L’impatto di tutte queste manifestazioni, in Italia e nel mondo, è forte, e spero che permettano di superare la barriera mediatica che si oppone alla lotta per la dignità della donna”.

Martedì 15 Febbraio, la procura di Milano ha chiesto il processo per Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Il Presidente del Consiglio italiano, passibile di tre anni di reclusione, non ha intenzione di presentarsi al processo ed ha accusato i giudici di agire a scopo sovversivo. Le manifestazioni di questo weekend sono, a suo giudizio, l’espressione di donne “puritane”. Resta da vedere cosa decideranno Carme D’Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri, le tre donne del tribunale di Milano che formeranno il collegio incaricato di giudicare il Presidente del Consiglio il 6 aprile 2001. “Non combattiamo solamente Berlusconi, ma tutto il sistema politico” ha spiegato Giuliana. “Il caso Ruby non riguarda solo la sua vita privata e la sua moralità come sostiene lui, ma anche la legge!” Se si abbandona l’idea della giustizia, quintessenza della democrazia, allora ci si ritrova nella dittatura”.