Feb 26, 2013
“Stop alla precarietà giovanile: agiamo democraticamente!”: Bilanci e riflessioni su una settimana ricca di scambi di idee attorno ai temi della precarietà e della democrazia fuori e dentro l’Europa
Articolo di Alice Michelini
Fotografie di Elena Dalibot
I nostri amici Egiziani e Spagnoli sono partiti solo da qualche giorno e già un grande senso di vuoto e nostalgia pervade tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo coinvolgente progetto di scambio sul dialogo Euro-Mediterraneo. Da un punto di vista strettamente personale, penso sarebbe limitativo e superficiale affermare che il progetto che European Alternatives ha realizzato la scorsa settimana, possa essere classificato come uno dei tanti seminari e dibattiti sui temi correnti della precarietà giovanile e della condizione attuale della democrazia in senso lato, Europea e non. É stato infatti molto di piu. É stato l’insieme di un gruppo di giovani attivisti che combattono la loro quotidiana battaglia per un paese migliore, che hanno perso molto nei loro rispettivi paesi ma che non si arrendono e continuano a lottare per una società più giusta, più democratica, capace di dare più respiro ai giovani e di generare opportunità. É stato l’esplodere di dibattiti accesi di passione, motivazione, frustrazione ma anche di tanta speranza. É stata l’atmosfera e l’empatia creatasi nel gruppo, che ha permesso uno scambio di opinioni orientato alla cooperazione e al reciproco rispetto. Ed é stato per noi toccante e istruttivo al tempo stesso, vedere un simile lavoro di squadra, una simile tenacia e una simile energia positiva orientata al cambiamento e al dialogo.
Come studentessa di Scienze Politiche e “cittadina del mondo”, informata e interessata ai temi affrontati, ammetto di essermi trovata di fronte a una lezione di vita senza precedenti: non mi sarei mai aspettata infatti, che una settimana di seminari e dibattiti sui temi precedentemente menzionati, mi avrebbero emozionato e insegnato cosi tanto, a tal punto da dimenticare per un attimo la mia nazionalità e sentirmi invece parte di un vivace mix multiculturale Egiziano, Spagnolo e Francese, indignandomi con i partecipanti per le preoccupanti questioni attualmente in gioco nei loro paesi e avanzando al tempo stesso speranze per il futuro di questi.
Numerose sono state le tematiche affrontate, a partire dal diritto di manifestazione alla struttura e ai punti di forza e di debolezza dei movimenti stessi, dalla controversa definizione di giustizia sociale al concetto di resitenza, dall’indipendenza dei media al potere al peso che questi hanno avuto nel favorirela Rivoluzione Egiziana e Spagnola, da un confronto tra i diversi paesi che hanno dato luogo alla Primavera Araba alla ricezione degli aiuti internazionali, dalle varie forme in cui si dispiega la democrazia agli scopi e alle motivazioni che stanno dietro alle Rivoluzioni e infine, dalla precarietà dei giovani nel mondo del lavoro a quella nel mondo delle locazioni. A tutte queste questioni sono seguite domande, riflessioni, interrogativi, condivisione di esperienze, possibili soluzioni ai problemi citati in precedeza.
European Alternatives ha incentivato questo scambio reciproco di idee attraverso la realizzazione di workshops e atelier: i partecipanti sono stati in particolare invitati ad analizzare e a esplorare i contesti di paesi diversi dal proprio, cercando di individuare punti di contatto tra le diverse culture in gioco e le priorità indispensabili a un migliramento della qualità della vita nei rispettivi paesi, avanzando proposte e idee al fine di risolvere i problemi insieme, attraverso il dialogo e il reciproco senso di solidarietà tra i paesi del Mediterraneo. Da queste proposte, é emersa in particolare la volontà di creare insieme un movimento, su scala internazionale, di persone impegnate e infomate e di combattere ognuno per le cause non solo proprie ma anche degli altri, dando luogo a un progetto collettivo con obiettivi a breve come a lungo termine.
Tale progetto prevede la formazione di una piattaforma virtuale attraverso la quale i membri avranno l’opportunità di tenersi in contatto e scambiare le notizie di attualità relative ai rispettivi paesi, la pubblicazione di articoli e saggi sui temi che sono stati a cuore del progetto “Stop alla precarietà giovanile: agiamo democraticamente!”, e l’organizzazione di incontri periodici nei diversi paesi in questione, volti all’aiuto e allo scambio reciproco.
Un omaggio all’organizzazione che ha permesso la realizzazione di questo progetto, si é manifestato nella scelta del nome che i partecipanti hanno deciso di dare al neo-nato movimento: “Mediterranean Alternatives”.
..Era davvero possibile trovare nome più calzante di questo?
European Alternatives augura a Mediterranean Alternatives, un futuro glorioso, ricco di successi, soddisfazioni e emozioni.. Come quelle che hanno regalato a noi questi intensi e coinvolgenti giorni insieme ai nostri amici del Mediterraneo.