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Conclusioni del congresso europeo sul pluralismo dell’informazione, Bologna, 13 maggio

Il Congresso Europeo sul Pluralismo dei Media, terzo appuntamento dell’Iniziativa Europea per il Pluralismo dei Media, si è tenuto venerdì 13 maggio 2011 presso l’auditorium Enzo Biagi di Bologna.

Il congresso, cui hanno partecipato i membri dei gruppi di lavoro prefigurati durante la conferenza tenutasi al Parlamento Europeo di Bruxelles il 31 marzo 2011, è iniziato con una panoramica sulle patologie dei sistemi mediatici di alcuni paesi dell’Unione Europea: Ungheria, Romania, Bulgaria, Francia, Regno Unito e Italia.
La diagnosi ha evidenziato virus in comune, seppur con gradi di attecchimento diversi secondo i paesi: ingerenze del potere politico nel servizio pubblico, e nei media in generale; conflitti d’interesse tra attività economiche e attività editoriali; conflitti d’interesse tra attività politiche e proprietà, o controllo, di media; concentrazioni mediatiche; poca indipendenza delle redazioni dalla proprietà; svilimento della professione giornalistica.
Sintetizzando: a problemi europei serve una soluzione Europea.

La sessione del mattino si è conclusa con un dibattito sull’opportunità di un regolamento antitrust, competenza dell’Unione Europea, specifico per le società media. Un regolamento che, secondo gli orientamenti del Consiglio d’Europa, tenga in considerazione il fondamentale ruolo dei media nella tenuta democratica di uno stato di diritto, e rispetti dunque la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE. Tutti i partecipanti hanno concordato che tale regolamento potrebbe essere oggetto di un’Iniziativa dei Cittadini, cioè di una proposta legislativa alla Commissione Europea attraverso la raccolta di un milione di firme di cittadini europei.

A tal fine il Prof. Roberto Mastroianni (esperto di media e diritto dell’Unione) ha dichiarato la sua disponibilità a coordinare un gruppo internazionale di esperti che nei prossimi mesi dovrà redarre una proposta di regolamento ricevibile dalla Commissione Europea. Tony Venables, direttore di ECAS, una delle associazioni che più hanno premuto per la nuova Citizens’ Initiative, si è altresì detto disponibile di mettere a disposizione dell’Iniziative un team di esperti legali per sondare le competenze europee in materia di media. Giovanni Melogli ha espresso interesse nel partecipare da Bruxelles a questo gruppo, facilitando i contatti con gli esperti del Parlamento europeo.

I lavori del pomeriggio hanno sancito la necessità di raggiungere due importanti obiettivi:

1 – Invitare la Commissione Europea a portare a termine la sua strategia per la difesa del Pluralismo dei Media nell’UE, definita “approccio a tre passi”, che prevede il monitoraggio del rischio di mancanza di pluralismo in tutti i paesi membri dell’UE. Per fare ciò si sottolinea la necessità di un’alleanza tra Parlamento Europeo, società civile e media (in particolare quelli penalizzati dalle attuali posizioni dominanti), strutturando una campagna unitaria a livello europeo per mettere pressione sulla Commissione europea.

2 – Formalizzare la nascita dell’Iniziativa Europea per il Pluralismo dei Media, cui si sono dette pronte ad aderire tutte le organizzazioni presenti a Bologna, con il preciso scopo di perseguire uniti i suddetti obiettivi, in rappresentanza del maggior numero di cittadini europei.

Prossimi passi:

Maggio

– Adesione all’Iniziativa Europea per il Pluralismo dei Media, attraverso la sottoscrizione formale di una lettera d’intenti che vi giungerà entro fine maggio 2011.

– Creazione di un sito web per strutturare i contenuti del’Iniziativa e iniziare a darle visibilità.

– Ricerca di finanziamenti per creare un segretariato permanente di coordinamento delle attività dell’Iniziativa.

Giugno

Creazione di un gruppo di lavoro per arrivare entro settembre 2011 con una proposta chiara sulle possibilie competenze UE su cui fare leva per una iniziativa cittadina

Pubblicazione di una lettera aperta co-firmata da tutti i partecipanti all’iniziativa in diversi giornali europeo, con l’intento di lanciare l’iniziativa e cominciare lanciare una campagna per mettere pressione sulla Commissione europea per l’applicazione del media pluralism monitor.