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EA scrive all’ENI

European Alternatives aderisce alla proposta di Crisis Action di richiedere chiarimenti al direttore Generale dell'Eni, in merito alla posizione adottata in Libia.

Gentile Sig. Scaroni,

Le scriviamo a causa del legame tra le compagnie di petrolio che operano in Libia e la responsabilità del regime di Gheddafi per la violenza intenzionale e di vaste proporzioni contro i cittadini libici. I miliardi di dollari di ricavi petroliferi che contribuiscono ai fondi pubblici ogni anno hanno aiutato Gheddafi a consolidare il suo potere negli ultimi quattro decenni. Con l’intensificazione della violenza in Libia, temiamo che questi ricavi petroliferi potrebbero ulteriormente aiutare Gheddafi nel suo intento di mantenere il potere e favorire in tal modo la sua capacità di commettere  violazioni dei diritti umani e altre violenze sui civili.

Intendiamo condividere questa lettera con la stampa e altre istituzioni di pubblico interesse.

Accogliamo favorevolmente la decisione presa dell’Unione Europea di adottare sanzioni mirate a prevenire Gheddafi, la sua famiglia e i membri del governo ad accedere ai beni patrimoniali e le risorse  probabilmente ottenute dalla diversione dei fondi pubblici durante gli ultimi quattro decenni. Tuttavia, siamo profondamente preoccupati poichè queste sanzioni non sono state estese ad includere gas e beni petroliferi. Di conseguenza, abbiamo scritto ai Capi di Stato dei paesi membri dell’UE chiedendo che il regime di sanzioni si espanda ad includere anche la National Oil Company (NOC) (la compagnia petrolifera statale) di Libia. Notiamo che le sanzioni contro la NOC sono incluse nella risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Ci rivolgiamo a Lei in un momento in cui il governo italiano sta cercando di bloccare le iniziative dell’UE di ampliare il regime di sanzioni adesso in vigore. I suoi commenti, come Direttore Generale di ENI, che  indicano la sua volontà di continuare a produrre petrolio mentre il conflitto continua, sono particolarmente preoccupanti. Siamo a conoscenza del fatto che Eni è per il 30 percento controllata dallo stato e che costituisce una voce influente all’ interno della politica estera Italiana.

Dato che l’Italia riceve 32% degli esporti petroliferi dalla Libia, crediamo che un congelamento dei beni del NOC in Europa, inclusa l’Italia, sia cruciale. È con la speranza che Lei riconosca l’importanza di assicurare che altri ricavi petroliferi non contribuiscano alla violenza contro i civili in Libia. È cruciale che la sua compagnia mostri  leadership nell’ assicurare che gli interessi commerciali non blocchino le importanti sanzioni  dell’UE.

Vi preghiamo di chiarire la posizione di ENI su questi argomenti  non appena possibile.

Distinti Saluti,


Niccolo Milanese, Co-Director
European Alternatives

 

 

Gavin Hayman, Director of Campaigns
Global Witness

?Alice Jay, Director
Avaaz

Antonella Napoli, President
Italians for Darfur

Stefano Corradino, Director
Articolo 21

Tatjana Bassanese, Director
Associazione di Cooperazione e Solidarietà

Farshid Nourai, Coordinatore Nazionale
Associazione per la Pace