Sep 30, 2011
Una lettera aperta e un invito ai miei giovani amici tunisini ed egiziani
Flashmob assieme alla celebrazione del Caravan of the South for Dignity and Freedom, Tunisi, 23 giugno 2011 (vedi EA transnational flashmob day del 23 giugno)
La scorsa settimana, Niccolò Milanese, co-direttore di European Alternatives, ha partecipato alla Conferenza Believe in Dialogue, Act for Citizenship organizzata a Tunisi dalla Anna Lindh Foundation, fondazione euromediterranea a favore del dialogo tra culture. 200 i presenti all’evento, tra associazioni e rappresentanti della società civile a sostegno dei principi di democrazia e libertà da una prospettiva interculturale. L’incontro è stata l’occasione per un confronto sulle sfide, in termini di cittadinanza, a cui fanno fronte le società euromediterranee nell’attuale contesto di transizione democratica e mutamento sociale.
Dopo l’incontro di Niccolò Milanese con gli attivisti provenienti da Egitto e Tunisia, riportiamo sotto una sua lettera aperta loro indirizzata, in vista di future collaborazioni
traduzione di Krizia Carucci
Carissimi,
È stato un piacere e un onore avervi incontrato a Tunisi lo scorso fine settimana, in occasione della conferenza Believe in Dialogue, Act for Citizenship.
Le vostre storie di impegno e di passione per il cambiamento, storie mosse dal sacrificio e dal coraggio, sono state per me fonte di massima ispirazione. I giovani egiziani e tunisini hanno compiuto un passo cruciale nella storia dei propri Paesi, eppure, appare evidente che la lotta per la democrazia non sia ancora giunta al termine e che ci vorranno ancora coraggio e resistenza per lasciarsi totalmente alle spalle gli orrori commessi dai vecchi regimi, senza ricadere in nuove dittature.
Ascoltando le vostre parole e conversando con voi, tuttavia, hanno continuato a tormentarmi due pensieri, di cui oggi mi permetto di scrivervi. In primo luogo, ci tengo ad enfatizzare quanta speranza e ispirazione avete trasmesso ai giovani di tutta Europa. Sono certo che abbiate visto tutti i manifesti che a Madrid e ad Atene citavano “Questa è la nostra piazza Tahir” o gli slogan “Tunisi, Cairo, Bruxelles” impressi sui muri della capitale europea, ma è possibile che non ne abbiate completamente assimilato il senso. Sebbene, quasi tutta l’Europa, ad eccezione della Bielorussia, non presenti più regimi di dittatura assassina, I giovani europei – e in particolar modo quelli che oggi combattono contro la disoccupazione, la mancanza di prospettive o la perdita delle certezze da sempre possedute – intravedono nelle vostre rivolte un segnale di speranza per la propria situazione: e cioè che, la ribellione di più persone unite può vincere le forze da cui queste stesse persone sono oppresse. La gioventù europea guarda a voi con ammirazione, e le proteste e i sit-in organizzati in tutta Europa sono stati un’emulazione e un tentativo di adattare le vostre azioni di successo alla nostra situazione.
Ciò mi porta dritto al secondo pensiero che mi tormenta, un pensiero più profondo. Capisco che il premio per la conquista di una vera democrazia parlamentare sia molto importante, e che, data la fragilità dei rischi, siate fortemente concentrati ad ottenerlo. Tuttavia, vorrei incoraggiarvi a pensare ancora e a chiedervi se la democrazia parlamentare, così come la vedete in Europa o in America, sia tutto ciò a cui aspirate.
In Europa, la democrazia parlamentare non sta funzionando correttamente, nella fattispecie essa sta danneggiando i giovani. 20 o 30 anni di apatia creati dal nostro sistema hanno portato alla privazione dei diritti di una generazione che ora prende atto del fatto che non ci sono né leader né partiti politici in grado di rappresentare loro o i loro interessi. In tutti i Paesi europei, governa l’oligarchia e la scelta tra i partiti politici esistenti diventa sempre meno significativa. Infine, oggi, le decisioni cruciali sul futuro delle nostre economie sono a malapena sotto il controllo dei parlamenti; piuttosto, esse sono dettate dalla logica neoliberale di un sistema rappresentato dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea nella sua forma attuale. Ciò ha portato i giovani a scendere in piazza, senza poter invocare nessuna chiara alternativa.
È pensando a tutto questo che i giovani in Europa guardano a voi con speranza. La speranza che si possa dare vita ad una nuova forma di democrazia, incentrata sulla partecipazione dei cittadini, grazie a voi, che con i vostri stessi sforzi avete l’opportunità di progettare un nuovo sistema, e grazie a voi, giovani tunisini ed egiziani, che avete saputo portare il cambiamento nella vostra terra ricorrendo a tecnologie Web 2.0 e alla mobilitazione popolare, ispirando il cambiamento e l’insurrezione aldilà dei vostri confini.
Il raggiungimento della democrazia parlamentare sarà il primo, ed importante, passo per i vostri Paesi. Ma aldilà di ciò, dovreste cercare di evitare gli errori che noi abbiamo commesso in Europa e che hanno portato alla situazione in cui ci troviamo oggi. Dobbiamo collaborare a stretto contatto per garantire che la democrazia sia resti attiva attraverso il Mediterraneo, ed in ciascun Paese del Mediterraneo, perché il mondo globalizzato in cui viviamo oggi non è più quello delle sovranità distinte.
Proseguendo in tal senso, desidero chiudere questa lettera rivolgendo a voi l’invito ad entrare in dialogo con i vostri colleghi di tutta Europa, in particolar modo sul seguente interrogativo: come possiamo lavorare assieme per costruire una migliore democrazia per il futuro di tutti noi? So bene che nei mesi a venire avrete compiti urgenti da portare avanti, così come noi stiamo attraversando particolari circostanze storiche, ma dobbiamo ritagliarci il tempo per pensare al futuro, un futuro democratico comune. La mia organizzazione, European Alternatives, farà il massimo per rendere ciò possibile e so che i giovani e le organizzazioni di tutta Europa ci affiancheranno con vivo desiderio.
Con tutto il mio rispetto,
Niccolò Milanese
European Alternatives
Niccolò Milanese a Tunisi, 23 giugno