Oct 9, 2014
Dare un volto ad una economia sociale europea
Traduzione Daniele Foderà
La gente in maniera naturale cerca personaggi con i quali potersi identificare. Essi hanno il potere di personalizzare la storia e approfondire il nostro legame con un tema particolare. Sappiamo che per identificare differenti tipi di esigenze e capacità insoddisfatte, possiamo ricorrere a tecniche di segmentazione della clientela. Ma, combinando i dati per rivelare nuove esigenze e modelli, come potrebbero quest’ultimi favorire la creazione di persone o personaggi con i quali la gente potrebbe trovare un legame?
La nostra ricerca ha creato personaggi che aiutano le persone ad immaginarsi nelle variegate situazioni che i giovani europei devono affrontare quando cercano di guadagnarsi da vivere. E’ appena uscito un rapporto sullo stato dell’economia sociale in Europa. Quel che c’è di interessante è come la visualizzazione qui sotto aiuti a portare alla luce la situazione che gli imprenditori sociali affrontano in ogni Paese.
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Tuttavia, se andiamo più a fondo nello studio, esso sostiene che l’economia sociale agisce come un “tampone contro la crisi” e che sulla base delle seguenti ipotesi, l’economia sociale sia: “difficile da riallocare perché i gruppi di persone sono ancorati ai luoghi e sono più rigidi alla luce delle loro riserve finanziarie, che non possono essere distribuite agli azionisti”
Qual è la lezione che l’economia sociale dovrebbe allora imparare dalla Coop Bank entrata in crisi e dalla cooperazione spagnola Mondragon sull’orlo della bancarotta? “a causa delle sue regole particolari (non-profit, assegnazione delle eccedenze, doppia natura) l’economia sociale non può essere acquisita perché non esiste un mercato per le sue azioni.”
Dato che tre quarti della divisione bancaria del Coop Group sono stati acquisiti, questo significa che dovrebbero esserci regole più severe per garantire che le economie sociali non possano essere acquisite? o significa dare maggior potere agli azionisti affinché siano in grado di obbligarle a rendicontare su come sostengono la loro mission?
Da quello che ho riscontrato sulla crescita dell’economia sociale e su una crescita ancora maggiore dell’interesse verso l’utilizzo del termine si è creato un certo grado di autocompiacimento su quanto siano “sociali” gli attori dell’economia sociale. L’articolo del Secret Social Entrepeneur gli fa eco. Potremmo anche chiedere al movimento cooperativo quanto “cooperativi” siano i suoi membri.
Per loro natura, le economie sociali dipendono dai comportamenti e in particolare dalla buona volontà degli uomini. Certo, gli uomini sono animali sociali, ma le loro azioni sono influenzate da una serie di abitudini, attenzioni e decisioni che, sintetizzate dall’RSA Social Brain Centre, determinano la nostra abilità ad essere sociali e collaborativi.
Forse dietro le facce degli europei di cui sopra, dovremmo anche interessarci alle loro motivazioni per diventare imprenditori sociali e ai loro comportamenti riguardo al fare affari… e come questi sono influenzati da diversi fattori (non solo quelli sperimentati dalla Coop).