Accordo USA-UE: privacy e libertà digitali a rischio?

di Lorenzo Marsili

Sulla scia di forti proteste popolari, nel 2012 il Parlamento europeo rigettava definitivamente il trattato ACTA, voluto dagli Stati Uniti e che avrebbe portato a una criminalizzazione del file-sharing e a un trasformazione degli hosting e service provider nei nuovi sceriffi della rete.

In questi mesi l’Unione europea e gli Stati Uniti stanno negoziando il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), un ambizioso trattato di libero scambio atto a liberalizzare il commercio e ad armonizzare standard legislativi e qualitativi attraverso l’Atlantico.

In molti hanno iniziato a sollevare il dubbio che il TTIP venga utilizzato anche per far rientrare dalla finestra il trattato ACTA. La Quadrature du Net, una delle organizzazioni più attive nella mobilitazione che ha portato alla bocciatura di ACTA, ha recentemente pubblicato un studio basato su quanto (poco) viene reso disponibile sullo stato di avanzamento delle negoziazioni UE-USA. Il risultato è allarmante.

In particolare, scopriamo che:

• In quasi tutte le legislazioni europee gli internet service provider (ISP) non hanno alcun obbligo di sorvegliare, censurare, e denunciare l’utilizzo fatto delle proprie reti dai singoli utenti. In parole povere, se utilizzo un sistema di file-sharing non è compito del mio provider internet denunciarmi. Questo è quanto ACTA voleva cambiare, rendendo molto più immediato il ricorso alla denuncia per ogni violazione di copyright online. Il TTIP rischia di riportare a galla questo aspetto, per uniformare la regolamentazione per gli ISP europei e americani.

• Le garanzie sulla protezione dei dati negli Stati Uniti sono notoriamente inferiori agli standard europei. Questo riguarda in particolare l’utilizzo a fini commerciali dei dati (pensiamo a Facebook) e il commercio online. Anche qui, il TTIP rischia di portare a un livellamento verso il basso.

• La sicurezza online è tornata alla ribalta dopo gli scandali delle intercettazioni della NSA e dei servizi segreti americani. Il TTIP conta di raggiungere uno standard comune con gli Stati Uniti per l’utilizzo dei dati personali sensibili e il loro accesso per motivi di “sicurezza”. Il rischio che la violazione della privacy diventi ancora più endemica è reale.

Al Parlamento europeo cominciano ad alzarsi le prime voci. Il mese scorso il Partito dei verdi europei ha organizzato un convegno in Parlamento sul rapporto fra TTIP e privacy online. Le stesse reti che hanno sostenuto le proteste contro il trattato ACTA stanno discutendo online come organizzarsi per evitarne una riedizione tramite il TTIP.

E’ anche per questo che European Alternatives ha lanciato l’Iniziativa europea per il pluralismo dei media, campagna internazionale che lavora per difendere il diritto di tutti i cittadini europei a un’informazione libera e plurale. Le libertà digitali, la privacy e la sicurezza dei propri dati personali sono aspetti fondamentali di ciò che è diventata l’informazione e la condivisione di conoscenza nel ventunesimo secolo.

I cittadini e i parlamentari europei hanno già detto un chiaro “No” al trattato ACTA. Non permetteremo che le stesse misure rientrino mascherate da un nuovo acronimo.

Per contribuire a difendere le libertà digitali anche nel contesto del trattato TTIP ti invitiamo a firmare la nostra proposta di iniziativa legislativa europea sul nostro sito iniziativamedia.it

 

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